La migrazione SEO consiste nell’insieme delle attività tecniche che si vanno a effettuare su un sito web in fase di pubblicazione. Lo scopo di questa azione è di mantenere il trust ottenuto nel corso degli anni e del traffico in ingresso che proviene dai motori di ricerca.
Migrare un sito web è una delle attività che richiedono più attenzione, competenza ed esperienza per chi lavora nel mondo del web.
Questa attività non deve essere presa sottogamba perché si rischia di compromettere tutto il lavoro fatto in precedenza per posizionare il sito web.
In sostanza, le pagine dei siti web, presenti negli indici dei motori di ricerca, con il passare del tempo acquisiscono valore grazie ai contenuti presenti e ai link in ingresso che ricevono, per questo, l’algoritmo di Google consente alla pagina di guadagnare visibilità nei risultati di ricerca quando gli utenti digitano una parola chiave in linea con il target dell’azienda.
A questo proposito, per far si che una pagina acquisisca valore e che si posizioni deve:
- essere ottimizzata in ottica SEO per i motori di ricerca
- poter essere letta e analizzata dagli spider
Proprio per questo, se ti stai apprestando a effettuare una migrazione SEO, presta attenzione a tutti i passaggi.
Cosa si intende per migrazione SEO
Ogni volta che si decide di apportare dei cambiamenti sostanziali all’intera struttura del proprio sito web si sta effettuando una migrazione SEO, in particolare i casi più frequenti sono:
- migrare da HTTP a HTTPS
- cambiare il CMS del sito
- spostarsi da un server all’altro
- utilizzare un nome dominio o sottodominio differente
Queste procedure, vengono chiamate migrazione SEO, poiché queste modifiche andranno ad avere un effetto diretto sul posizionamento organico del sito se ogni procedura non viene eseguita in modo corretto.
Migrazione SEO: cosa sono i codici di risposta
Le pagine del sito web, vengono interrogate quotidianamente dagli spider dei motori di ricerca che analizzano il loro contenuto attraverso l’indirizzo univoco, chiamato URL.
Se la pagina risponde correttamente, restituisce un codice di stato, status code, permettendo allo spider di leggere il contenuto, mentre se la pagina non è raggiungibile o disponibile, restituisce una sorta di codice di errore che segnala che lo spider non può leggere il contenuto.
Ti sarà capitato, durante la tua esperienza di navigazione, di visualizzare principalmente tra i codici di stato i tre status code più utilizzati, ovvero il:
- 200, segnala che è tutto ok e la pagina risponde correttamente e lo spider di ricerca può leggere i contenuti
- 301, rappresenta un reindirizzamento della pagina. In questo caso, lo spider tenta di analizzare una pagina tramite un indirizzo A, e la stessa comunica che non esiste più a quell’indirizzo e che deve accedere attraverso l’indirizzo B. Infine, lo spider verifica che l’indirizzo B sia ok e restituisce lo status code 200
- 404, not found, la pagina interrogata dallo spider non è stata trovata. Navigando sui motori di ricerca, questo è uno degli errori più frequenti che puoi incontrare. Il vero problema, sussiste quando il code 404 permane per molto tempo e Google in quel caso può decidere di rimuovere il contenuto dal suo indice.
Best practice efficaci per migrare contenuti in ottica SEO
La fase di pre-migrazione richiede massima attenzione per evitare di commettere errori che potrebbero pregiudicare il trust e il posizionamento del sito.
In questa fase occorre compiere azioni di:
- pulizia, correggendo errori e link interni
- generazione di una nuova versione degli elementi Sitemap.xml e robots txt aggiornati
- estrapolazione corretta di URL di pagine e immagini presenti
Queste operazioni ti permettono di avere un quadro generale chiaro dello stato di partenza.
Durante la migrazione SEO, è importante seguire accuratamente tutti gli step, come ad esempio:
- verificare il puntamento DSN o redirect in caso di dominio
- mantenere i vecchi web server e dominio online fino alla verifica del corretto passaggio di Googlebot
- creare la nuova proprietà su Google Search Console
- aggiornare la Sitemap.xml con le nuove URL e inviarle a Google Search Console
- verificare il nuovo robots.txt assicurandosi che non ci siano link a url vecchie
- attivare e controllare che i redirect 301 funzionino correttamente
- comunicare il cambio dominio attraverso la Google Search Console
La fine della migrazione SEO, consiste nel monitorare l’andamento delle pagine e correggere ogni possibile errore che si dovesse presentare, aspettando che Googlebot riconosca che nuove URL come prosieguo delle vecchie e che vengano correttamente indicizzate e posizionate.
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